Da questo post LinuxQuestions:
Linux non pone limiti arbitrari al numero di dischi rigidi.
Inoltre, da questo post nella mailing list Debian:
Questo è facile. Dopo /dev/sdz viene /dev/sdaa. E l'ho appena testato creando e accedendo a 800 target ISCSI sul mio laptop, dopo che /dev/sdzz viene /dev/sdaaa. :)
e questo post sul blog:
Per le unità SATA e SCSI sotto un moderno kernel Linux, vale lo stesso come sopra, tranne per il fatto che il codice per derivare i nomi funziona correttamente oltre sdzzz fino a (in teoria) sd seguito da 29 z!
Quindi, teoricamente ci sono dei limiti, ma in pratica sono irraggiungibili.
Esiste, infatti, un limite al numero di unità esposte dal sottosistema SCSI astratto di Linux, che include unità SATA e USB. Questo perché i file di dispositivo sono contrassegnati da coppie di numeri di dispositivo maggiore/secondario e lo schema assegnato per il sottosistema SCSI ha questo limite implicito.
https://www.kernel.org/doc/Documentation/devices.txt
Vengono assegnati i seguenti codici operativi principali:8, da 65 a 71 e da 128 a 135, per un totale di 16 blocchi allocati. Il codice operativo secondario è limitato a 256 valori possibili (intervallo 0..255). Ogni disco ottiene 16 codici operativi secondari consecutivi in cui il primo rappresenta l'intero disco e i successivi 15 rappresentano le partizioni.
let major = number of major allocated opcodes = 16
let minor = number of minor opcodes per major opcode = 256
let parts = number of minor opcodes per disk = 16
major * (minor / parts) = 16 * (256 / 16) = 256 possible drives
In precedenza ho visto persone scrivere 128 come limite. Credo che Linux sia più recente 128..135, il che spiegherebbe la discrepanza.
Lo schema di denominazione (/dev/sdbz7
) è scelto da userland, non dal kernel Linux. Nella maggior parte dei casi questi sono gestiti da udev, eudev o mdev (anche se in passato venivano creati manualmente). Non conosco i loro schemi di denominazione. Non fare necessariamente affidamento su tutti i sistemi basati su Linux che denominano i dispositivi allo stesso modo, in quanto l'amministratore di sistema può modificare i criteri di denominazione dei dispositivi.